Dialogo su Adriano Olivetti, un uomo fuori dal comune. I suoi valori e i suoi principi: benessere materiale e spirituale del lavoratore. Live streaming il 14 giugno ore 18.00 pagina Facebook e canale YouTube del Centro Studi Borgogna di Milano.
Il Centro Studi Borgogna dedica una diretta social alla figura di Adriano Olivetti, imprenditore illuminato che ha fatto del benessere materiale e spirituale dei dipendenti uno dei principali capisaldi del suo personalissimo approccio all’attività di impresa.
L’iniziativa è programmata nell’ambito della rubrica InterVenti, all’interno del consueto Salotto Virtuale del Centro Studi Borgogna introdotto in questa occasione da Fabrizio Ventimiglia, Presidente CSB e moderato da Federico Maurizio d’Andrea (Presidente Amsa S.p.A., già Presidente del CdA Olivetti S.p.A.). Parteciperanno in qualità di Relatori: Paolo Floriani (Presidente Fondazione Floriani), Gaetano Adolfo Maria di Tondo (Presidente Associazione Archivio Storico Olivetti) e Paolo Rebaudengo (Scrittore, Fondatore Olivettiana.it).
È il 1908 quando nasce ad Ivrea quella che diventerà, nel corso degli anni, una delle aziende italiane più importanti a livello mondiale: la Ing. C. Olivetti & C. La fabbrica di macchine da scrivere fondata da Camillo Olivetti e portata avanti da suo figlio Adriano si distingue sin dal principio per l’attenzione alla tecnologia, all’innovazione, ed al design, per la portata internazionale ed una spiccata attenzione e sensibilità verso gli aspetti sociali del lavoro. Parlare della storia di Olivetti significa mettere in risalto quei meccanismi e quelle relazioni tra aziende che hanno segnato l’andamento di un’intera epoca sotto il profilo economico e culturale. Adriano Olivetti elaborò un pensiero del tutto originale e insolito, in cui l’attività di impresa non doveva assicurare soltanto buoni profitti, ma anche favorire lo sviluppo sociale, culturale e umano di chi ci lavorava, rispettando ogni individualità, talento e aspirazione. È così che il celebre imprenditore italiano riuscì a creare, nel secondo dopoguerra italiano, un’esperienza di fabbrica unica al mondo, in un periodo in cui si fronteggiavano capitalismo e comunismo. Secondo la concezione di Olivetti il fine dell’impresa non è riconducibile esclusivamente al puro profitto. L’impresa nasce infatti per allargare il proprio sguardo sul mondo e si sviluppa per poter ridistribuire gran parte dei profitti facendoli ritornare alla comunità circostante. E ciò non solo attraverso il semplice aumento dei salari, ma promuovendo in tutti i suoi aspetti -materiali e spirituali- l’armonico sviluppo dell’essere umano. La fabbrica esiste, innanzitutto, per creare e diffondere al proprio interno e nella realtà circostante una sempre migliore qualità di vita.
È importante mettere in evidenza la grande esigenza, in questo momento storico del nostro paese, di riscoprire l’insegnamento di Adriano e Camillo Olivetti e di tutta la grande storia olivettiana.
È possibile seguire la diretta dell’evento su
pagina Facebook e canale Youtube
del Centro Studi Borgogna di Milano